Sogni, ricordi, frammenti di una biografia interiore sono recuperati dal flusso della memoria e fissati nella tela da Connell Fantechi, con un procedimento che tende a decantare l'immagine, l'esperienza, in, solo apparentemente, semplificate forme bidimensionali e campiture di cromie primarie, composte con equilibrio e profondo senso ritmico. I luoghi, le persone, gli animali, le cose diventano, in questo modo quasi dei puri motivi grafico-pittorici e, nello stesso tempo, si caricano di una valenza simbolica di notevole carica suggestiva.
L'uso di colori primari a campiture piatte rimanda immediatamente alla produzione a stampa e non è un caso che il taglio della rappresentazione richiami, a volte, la composizione canonica della riproduzione fotografica (Silenzi Notturni) o che le immagini diano l'impressione di esser tratte dal linguaggio pubblicitario o in generale dei moderni mezzi di comunicazione visivi. (Cronulla Magic, Primavera a Firenze, Per Tutti Quelli Che Stanno Viaggiando... Fuggendo, La Cena dei Ricordi). L'autore però, non è succube fruitore di tali icone del quotidiano, ma le traspone in una sorta di visione onirica e fantastica nello stesso momento. Gli elementi sin qui illustrati della ricerca estetica di Connell Fantechi rendono evidente un forte richiamo alla cultura figurativa pop americana e britannica, certo scevro dalla componente sociologica o consumistica propria del movimento americano. Nel primo caso alludendo ad artisti come Alex Katz e Tom Wesselmann, nel secondo a certe soluzioni pittoriche di David Hockney, come potrebbe rinviare un'opera come "Silenzi Notturni", dove l'ambientazione "realistica" sembra passare in secondo piano rispetto al gusto decorativo con cui è realizzata la rappresentazione. Gli elementi formali della stanza quasi vuota diventano protagonisti di una elegante costruzione geometrico-cromatica, che paradossalmente rende più concreta la sensazione di "assenza" che l'immagine comunica. L'artista predilige non solo i medi e grandi formati, ma anche tele di piccole dimensioni, coerentemente ad una concezione dell'operazione estetica come, potremmo dire, attività diaristica - da noi già indicata all'inizio di questa breve nota - in altre parole come riflessione interiore sulla propria vicenda esistenziale.
(Dal catalogo della mostra personale "Adrenaline Dreams", Caffè Storico Letterario "Giubbe Rosse", Firenze, Giugno 2002).